
Mostrarsi è il vero atto rivoluzionario
La vulnerabilità è una condizione che tutti cerchiamo di evitare.
Ci fa paura, a volte terrore, l’idea di essere esposti e scoperti davanti a qualcuno.
E diciamocelo:
niente ci fa sentire più forti di quel controllo che esercitiamo su noi stessi, come gesto di protezione.
Costruiamo un limite, tracciamo un confine.
Mattone dopo mattone.
Finché, dall’alto della nostra torre, niente ci può toccare.
Niente ci può svelare.
Nemmeno chi, in realtà, vorremmo ci toccasse.
Nemmeno chi vorremmo ci vedesse davvero.
Spesso, per paura di un rifiuto o di un fallimento,
finiamo per non fare, per non dire ciò che sentiamo.
Evitiamo l’autenticità di un sentimento.
Evitiamo, forse, anche noi stessi.
Perché temiamo che il dolore ci spezzi.
Che la delusione sia insopportabile.
E allora stiamo zitti.
Fermi.
Protetti.
Ma soli.
Eppure, se mai volessimo sentirci amati per davvero,
c’è una sola via.
Una sola strada ci avvicina a un rapporto che sana e costruisce.
È qui che abbracciare la nostra vulnerabilità diventa coraggio.
Dirle, le nostre verità, è un atto rivoluzionario.
Soprattutto quando quelle verità fanno tremare la voce.
E le ginocchia.
Perché si ama così.
E solo così si viene amati, completamente.
Non quando siamo perfetti o forti.
Ma quando siamo completamente noi stessi.
Quando anche le parti che evitiamo di curare
Insieme alle nostre stranezze vengono abbracciate.
E accarezzate da qualcun altro.
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