Ri-maternarsi: quando un abbraccio prende il posto di un livido.

Oggi, riflettendo nella stasi in cui mi sto trovando, sto pensando al periodo che sto vivendo.

Sapete una cosa?

Sorrido.

 

Mi sono lasciata dopo nove anni. Sono tornata a casa di mia madre dopo quasi undici anni che vivevo per conto mio.

Dico sempre che me ne sono andata a diciotto anni, ma in realtà ne avevo quasi diciannove.

A diciotto, però, presi quella decisione.

Sono sempre stata indecisa, ma quando credo che qualcosa sia giusto, non torno indietro. Anzi, tutto diventa glacialmente logico.

Quello fu l'anno in cui decisi di andarmene.

 

Nessuno va via da casa se sta bene dove sta.

Se è comodo.

Se si sente soddisfatto o al sicuro.

 

Oggi voglio raccontarvi la storia di una seconda possibilità.

 

Non si può tornare indietro nel tempo, ma si può sempre riparare a un errore.

 

Mia madre è stata dura con me. Durezza che arriva, ovviamente, dalla sua infanzia. Per me, crescere con lei non è stato semplice.

Eppure oggi, dopo tanti anni, sento che mi stanno... ri-maternando.

 

Sorrido ancora.

 

L'altro ieri c'è stato un confronto con la mia big mama.

Una volta sarebbe finita con qualche oggetto scagliato, con un livido sulla pelle.

Invece è finita con un abbraccio. E con un pianto.

 

"Mi dispiace. Sarei dovuta essere migliore per te. Così come sono per tua sorella. So che non lo sono stata per te"

 

Una frase avvolta dalle lacrime, piena di senso di colpa.

Sia chiaro: io non ho rimuginato sul passato.

Ma lei aveva bisogno di parlare. Di alleggerirsi.

Quel peso, paradossalmente, lo portava più lei che io.

 

Ho sempre pensato che se l’anima si lega alle esperienze terrene sia per quello che l'ego stesso fa. Niente ci fa più male, niente pesa di più, di quello che noi facciamo agli altri. 

E poi quel muro, si spacca e finalmente attraverso le crepe l'anima vede la propria luce. 

 

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