
Ci sono momenti in cui lo senti. Nello stomaco.
Un calore infinito.
Come un vulcano pronto all’eruzione.
Una roba che ti smuove dentro e ti lascia con due sole opzioni:
🔥 O bruci tutto con un lanciafiamme, consapevole dei danni, con un sorrisetto di sfida, una sigaretta accesa e quegli occhiali da sole — fighi — che fanno da scudo. Magari mentre ti scaldi le mani davanti al falò che hai fieramente acceso tu.
🧘♀️ Oppure fai la cosa più difficile: ti centri.
Ti rimetti in asse.
Per il bene.
Soprattutto il tuo.
> (Mica ho esperienza nell’autocombustione.)
Vado in natura, medito. E rilascio.
E mi riempo di nuovo.
E... Dio, lo sai quanto mi hai reso complicato restare in equilibrio?
Non è un’accusa, ci mancherebbe. Sai quanto ti rispetto.
Ma guarda che sfida mi hai lanciato.
E pensare che felicità e pace sono così labili.
È durata poco.
Ora invece — col corpo che compie il suo ciclo — quel fuoco che sento sotto la pelle vorrebbe bruciare tutto ciò che mi capita sotto tiro.
Ma passo.
Mi chiudo qualche giorno.
Scrivo.
Mi isolo.
Mi cullo, e mi nutro.
Del calore che mi tiene viva.
Dal fuoco che mi contraddistingue.
Eterno, grezzo, selvaggio.
Domabile solo da Me.
E dalle altre parti di me.
Aggiungi commento
Commenti