
Una fine che duole è questa. Non una fine di una storia o di un’illusione. Ma la fine mia, e di una me che muore.
Benedetta la botta e la crepa. Perché hanno obbligato la muratrice che è in me ad edificarsi.
Parlare del singolo episodio è inutile, ma parlare di ciò che ho compreso è meglio.
L'amor proprio non è la stessa cosa dell’avere autostima. Mangiare bene non è sinonimo di sapersi rispettare.
Vivere in armonia con l'altro e con la vita non è farsi andare bene ogni cosa.
Accompagnare l'altro non deve includere il farsi mancare di rispetto.
Pensare, e pensare sempre al bene dell'altro, quando neanche l'altro lo vorrebbe per se stesso… che senso ha? Finiranno per distruggersi ugualmente.
Stare al fianco di qualcuno che, appena ne ha la possibilità, sceglie altro, è demotivante.
È avvilente.
Così, presa da una tristezza — di chi avrebbe fatto il possibile per salvarti e vede il fosso in cui cadrai — mollo la presa.
Presa dalla tristezza e dalla rabbia.
La rabbia di una persona che si accorge di aver buttato anni. Gioventù. Pezzi di cuore.
Donna che ama troppo. Forse mette prima l'altro che sé stessa. E forse non è neanche questo lo sbaglio.
Forse è farlo per chi non farebbe lo stesso per te.
Come quando si dice: una mano lava l'altra e le due lavano il viso.
Ti auguro una buona vita, ed un buon amore
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